Prendiamo la Parola n. 43

Sommario:


Firmata l’ipotesi di rinnovo del contratto degli Enti Locali
Accordo sulle politiche occupazionali del Comune di Milano
Accordo sulle Progressioni Orizzontali del Comune di Milano
Assenteisti
Riforma contrattuale e crisi economica
Il “bello” delle privatizzazioni
Certificazione anagrafica alle Poste: ossia come ti esternalizzo l'anagrafe
Progressioni verticali: dubbi e perplessità
R.S.A. una lotta che ci riguarda
Case Aler e amianto
Continua inarrestabile la strage dei lavoratori

Firmata l’ipotesi di rinnovo del contratto degli Enti Locali


L’accordo firmato lo scorso 4 giugno dai Confederali, conferma le più funeree previsioni su questo contratto. Per quanto riguarda gli aspetti economici, può essere considerato il peggior contratto degli ultimi anni.
Senza scendere nei dettagli possiamo dire che gli importi previsti sono di 77,70 euro per un D6 di 63.20 euro per un C1, 55,60 per un B3 fino ai 49.20 per un A1 naturalmente parliamo di importi lordi, quindi al netto …
Seguendo l’esempio del C1 un ulteriore importo di circa 29 sono previsti quali risorse per il contratto decentrato ma solo per gli enti virtuosi.
Altri punti di rilievo: Pochi, e parziali, i punti positivi: Un ulteriore riflessione va sulla firma della Cgil: mentre fino a non molto tempo fa, questa sigla continuava a far la voce grossa, oggi ha evidentemente pensato che era più utile tornare in riga e ruffianarsi il ministro Brunetta, per cui ha deciso di sottoscrivere questo miserevole contratto.
È evidente la subalternità assunta dai confederali, che a fronte di una crisi economica come quella attuale, riescono ad ottenere solo il 60% circa di quanto avevano ottenuto nei passati rinnovi.
Sospetta anche la chiusura del tavolo a soli due giorni delle elezioni, che dire di più.
Altro punto negativo, che possiamo leggere tra le righe è un voluto smembramento del fronte unito dei lavoratori, ottenuto sia sul futuro confronto del precariato in cui sembrano essere coinvolte le articolazioni territoriali e regionali, sia con le risorse decentrate dove ogni ente dovrà arrangiarsi da solo.
Ultima nota, per la prima volta dopo diversi anni il contratto viene sottoscritto solo da Cgil, Cisl e Uil tagliando dal tavolo tutte le altre sigle.
Che dire … se questi sono i risultati i progetti di riforma della rappresentatività sindacale voluta dal governo e da loro appoggiata dovrebbe allarmare, e non poco, i lavoratori.

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Accordo sulle politiche occupazionali del Comune di Milano


È un cattivo accordo perché prevede solo 210 assunzioni (comprese stabilizzazioni dei precari e assunzioni obbligatorie degli invalidi) per il 2009 a fronte di circa 700 pensionamenti avvenuti nel 2008.
Le assunzioni previste per il 2010 e il 2011 sono poi  ridicolmente basse: 79 assunzioni nel 2010 e 47 nel 2011.
E' evidente che se non si assume prima o poi si esternalizza e/o privatizza.
Questo accordo inoltre contraddice gli impegni assunti da tutte le organizzazioni sindacali nell'assemblea dell'11 maggio al Teatro Nuovo.
Un accordo di questa importanza dovrebbe essere sottoposto al giudizio dei lavoratori che: lo boccerebbero.
E a ben poco, serve, giustificare la firma con la scusa della necessità di stabilizzare quanto prima i lavoratori precari, in quanto alla fine non accontenta nessuno o quasi.
È necessario, riprendere al più presto in mano la situazione e ricominciare a parlare di numeri seri.
Giorno dopo giorno, questa amministrazione sta svuotando l’ente del suo personale, fino a rendere insostenibile la gestione dei servizi, avendo così l’alibi per poter esternalizzare o privatizzare il servizio pubblico.
Occorre invertire questa tendenza, prima che sia troppo tardi!
Le esternalizzazioni prima poi potrebbero toccare tutti noi!
Ribelliamoci oggi!

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Accordo sulle Progressioni Orizzontali del Comune di Milano


Finalmente si è arrivati alla conclusione della trattativa sulle progressioni orizzontali.
Riassumiamo brevemente i termini dell’accordo:
Sul nostro sito potrete trovare il testo integrale dell’accordo.

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Assenteisti


A causa dell’assenteismo di alcuni consiglieri della maggioranza, è a rischio la capacità di delibera della giunta di Palazzo Marino.
Questa la denuncia dalle stesse file della maggioranza. Che dire: forse il min. Brunetta dovrebbe dedicare le sue attenzioni verso i suoi colleghi politici.

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Riforma contrattuale e crisi economica


Abbiamo già parlato della riforma del modello contrattuale, ma in questo numero vogliamo chiederci: perché oggi?
La risposta è semplice: è evidente che questa riforma è un passo indietro per i diritti dei lavoratori ed è palese lo stato di crisi economica mondiale.
Ed è proprio questa la chiave di lettura, la crisi economica.
E qual è la ricetta di governo ed imprenditori per uscire dalla crisi? Scaricarne i costi sulle spalle dei lavoratori.
La chiara volontà di governo e confindustria è quella di smantellare i diritti di tutti i lavoratori.
La precarizzazione, la criminalizzazione degli stranieri, la caccia al “fannullone” pubblico è tutto subordinato alla logica del dividi et impera con l’obiettivo di dividere ed aizzare i lavoratori l’uno contro l’altro.
È in questo panorama che si inserisce la riforma contrattuale.
Vogliono farci pagare una crisi che nasce in seno al sistema capitalista di cui le prime (e uniche) vittime sono i lavoratori subordinati, mentre: imprenditori e governanti come sanguisughe cercano di ingrassarsi sulla nostra pelle.
È altresì lampante la volontà di schiacciare, con le buone o con le cattive, tutte quelle forme organizzate, e non, di opposizione sociale, compresi i sindacati, da qui l’ancora più evidente servilismo di sigle come Cisl, Uil e falsi autonomi che sottoscrivendo la riforma sperano di ingraziarsi, vergognosamente, il nemico sperando di sopravvivere alla bufera.
Come lavoratori e come classe sociale dobbiamo ribellarci!
Noi la crisi non la paghiamo!

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Il “bello” delle privatizzazioni


Riportiamo alcune notizie di stampa che possono darci una testimonianza dei guasti prodotti dall’esternalizzazione dei servizi.
Dal fronte della Refezione Scolastica:
sono sul piede di guerra le commissioni del scuole che collegano circa duecento istituti.
Dopo l’ultimo episodio di cattiva gestione dello scorso 14 maggio: quando sono stati servite lasagne contenenti peli di bovino. Rivendicano il miglioramento del servizio ma soprattutto il raggiungimento degli standard qualitativi previsti nel Contratto di Servizio.
Mentre dai lavoratori della stessa Refezione arrivano denuncie sulla cattiva gestione dell’acquisto dei macchinari, ad esempio: la sostituzione delle vecchie stampanti con fotocopiatrici/stampanti/fax (racchiuse in un unica macchina) non vanno bene con certi tipi di etichette grandi e piccole che si usano sui termobox del cibo per individuare la scuola.
Dal fronte Gefi:
A Quarto Oggiaro nei palazzi a gestione della Gefi sono stati avviati i lavori di ristrutturazione ma improvvisamente sono stati sospesi non completando la messa in sicurezza dei balconi che sono senza ringhiera.
Si è creato così un rimpallo fra la Gefi che accusa la Romeo di essere la sola responsabile dei lavori straordinari.
Ma nella Gefi è presente la Romeo così controllore e controllato coincidono.
Meraviglie delle esternalizzazioni.

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Certificazione anagrafica alle Poste

ossia come ti esternalizzo l'anagrafe


Grazie alla vulcanica mente del ministro Brunetta e al celere servilismo della giunta Moratti, parte da Milano il servizio che permetterà di richiedere i certificati anagrafici presso gli sportelli postali.
Detta così, l’idea mostra tutto il lato seducente, ossia l’aumento a dismisura degli sportelli ove ottenere la certificazione.
Per l’esattezza gli sportelli postali previsti sono ben 79.
Il lato oscuro è: che ci troviamo di fronte una strisciante esternalizzazione del servizio. Ossia un mezzo che permetterà di contenere e ridurre il fabbisogno del personale addetto all’anagrafe.
Ce ne da’ conferma il fatto che la consegna delle notifiche che fino ad ieri era un servizio svolto dai messi comunali, sarà effettuato dai postini ai quali sono state date la funzione di messo, quindi sono state esternalizzate parte delle funzioni dei messi.
E si sa’ i tagli di personale ricadono sempre sui lavoratori superstiti che inevitabilmente vedono peggiorare le loro condizioni lavorative.
Così si amplia sempre più l’elenco dei servizi in pericolo, e soprattutto si rafforza l’esternalizzazione strisciante, non dichiarata.
Una esternalizzazione portata avanti con la scientifica depauperizzazione dei servizi, ed il taglio del personale tanto da rendere impossibile per l’ente il mantenimento del servizio. Scatta allora il subentro, in punta di piedi, di ditte o, meglio ancora, cooperative esterne. Cooperative preferibilmente affidate ad aree amiche.
Nel caso del Comune di Milano, l’arcipelago di riferimento è spesso quello della compagnia delle opere.
È con questa ricetta, che molti servizi del comune rischiano l’esternalizzazione, mentre viene rafforzato il lavoro precario di cooperative prive di scrupoli, che sfruttano il personale con tecniche ricattatorie.

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Progressioni verticali: dubbi e perplessità


Ormai sono passati alcuni mesi dalla chiusura dell’ultima tornata di progressioni verticali.
A mente serena vogliamo discutere con voi lettori di alcuni nostri dubbi.
Un primo punto anomalo, risiede nei bandi che, a nostro avviso, troppo spesso contengono indicazioni molto generiche sulle materie di studio, per cui non è inusuale trovare semplici riferimenti alle materie della Direzione.
Un’altra prassi anomala: è la chiusura delle porte fra le varie audizioni, per consentire la valutazione del candidato da parte delle commissione. Pensiamo sia meglio che tutto sia a porte aperte, allontanando dall’aula il pubblico presente, per un giusto compromesso di privacy e bisogno di concentrazione, ma a porte aperte per consentire il massimo della trasparenza.
Queste sono le nostre riflessioni, probabilmente discutibili, ma che se fossero prese in considerazione
potrebbero dare un pizzico in più di trasparenza a questo importante istituto.
E voi cosa pensate?

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R.S.A. una lotta che ci riguarda


I padroni dicono: se aumenta la crisi, devono diminuire i diritti in modo da ridurre i costi del personale e scaricarla sulle spalle dei lavoratori.
Il Comune di Milano ha deciso di applicare questo infame principio ai lavoratori e ai soci lavoratori della quattro R.S.A. da lui gestite: Casa di Riposo per coniugi di via dei 500, RSA Gerosa Brichetto di via Mecenate, RSA Virgilio Ferrari di via Panigarola e RSA Famagosta di via Di Rudinì.
Com’è logico: tutto ciò porterà al decadimento del servizio.
Un servizio pubblico, che ci riguarda sia come lavoratori che come cittadini.
Tutti noi ne potremmo aver bisogno e sono queste le Residenze Sanitarie Assistenziali che potremo permetterci.
Se i Moratti e i Berlusconi, possono garantire ai loro cari cure di primissimo livello, noi potremo godere solo del servizio pubblico ed allora dobbiamo pretendere che sia di qualità.
La Moratti, invece, sta distruggendo questo servizio.
Con un bando di gara le quattro RSA sono state assegnate a ditte private, il risultato è terrificante: Per questi motivi sia i compagni dello Slai Cobas presenti nelle cooperative Kcs, via Mecenate, Punto Service, via dei 500, sia noi del Collettivo abbiamo aderito e partecipato alla manifestazione del 19 giugno.
Anche i familiari degli anziani ricoverati hanno raccolto centinaia di firme contro questo piano della giunta di Palazzo Marino.
I lavoratori comunali, i soci e le socie sappiano che la delega non basta più, in un sistema dove anche la vita degli anziani che hanno lavorato per costruire questa società non vale neanche la spesa di qualche ora in più al giorno per Ausiliari, O.S.S. infermieri e Terapisti, l’uniche armi che abbiamo sono la mobilitazione e la lotta e dobbiamo usarle senza risparmio.
Tutti noi come lavoratori e come uomini dobbiamo sostenerli.
Non è la solita esternalizzazione è una battaglia di civiltà.
È il tentativo di impedire che un sistema marcio dove comanda il dio profitto speculi sulla salute dei nostri anziani, per qualche euro in più.
Chi si sentirebbe tranquillo a lasciare un familiare, bisognoso di cure, in un posto dove viene contabilizzato con il cronometro quanto tempo di cure gli si possono concedere?
E che dire della diminuzione del personale!
Stringiamoci attorno a questi lavoratori, stringiamoci attorno agli anziani ricoverati, non abbandoniamoli!

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Case Aler e amianto


La presenza di amianto nella città di Milano è nota da tempo. In quest'ultimo periodo si è evidenziata con maggiore intensità. I cittadini hanno ulteriormente preso coscienza dei danni e rischi di cui l'amianto nelle sue varie forme è portatore.
La presenza di amianto ha manifestato e manifesta tuttora la sua natura di elemento di grave pericolo per la sanità e la sicurezza pubblica nell'edilizia popolare della città di Milano. Le unità abitative dell'edilizia popolare milanese sono state costruite facendo ampio uso di amianto ed il passare del tempo ha creato uno stato di usura nei materiali, ivi compreso nell'amianto. L'amianto è così diventato in molti casi friabile, ciò comportando la diretta esposizione degli abitanti delle abitazioni di proprietà di ALER all'amianto in stato friabile. Da ciò deriva l'esposizione dei medesimi ad un grave agente patogeno di malattie quali il mesotelioma e il tumore polmonare.
Tra l’altro agli stessi rischi vengono sottoposti i dipendenti comunali che per lavoro devono svolgere la loro attività presso gli edifici a rischio.
Amianto, non solamente in stato friabile, è stato rilevato nei seguenti immobili, di seguito indicati cumulativamente come "Abitazioni ALER e Demanio":
Tale elenco non è esaustivo.
A seguito della legge n. 257 del 1992, del D.P.R. 8 agosto 1994 e del DM 18 marzo 2003 n. 101 è stata emanata la legge della Regione Lombardia n. 17 del 2003. A seguito di quest'ultima è stato approvato dalla Giunta Regionale il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), che stabilisce, dei doveri ben precisi.
Gli abitanti delle Abitazioni ALER e Demanio hanno così costituito dei comitati al fine di richiedere alle Istituzioni competenti la rimozione dell'amianto o comunque la messa in sicurezza delle Abitazioni per tutelare il proprio diritto alla salute.

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Continua inarrestabile la strage dei lavoratori


Diminuiscono gli occupati e aumentano gli omicidi sui posti di lavoro.
Altri due lavoratori di un’azienda familiare sono stati uccisi dalle esalazioni tossiche mentre pulivano un depuratore in provincia di Imperia senza le minime misure di sicurezza in un impianto non ancora ultimato e in fase di collaudo che funzionava in deroga. Ancora una volta i morti sono lavoratori degli appalti usati dalle aziende perché più economici e considerati “ usa e getta”.
La mattanza continua di operai avviene in un momento in cui i padroni prendendo a pretesto la crisi economica nella sola Europa su 223,8 milioni di lavoratori (146,2 nella sola zona euro) hanno tagliato due milioni di posti di lavoro facendo salire il tasso di disoccupazione in aprile al 9,2% il massimo degli ultimi dieci anni.
Chi trae vantaggio da questo sistema capitalista sostiene che questo è il migliore dei mondi possibili, e, in effetti, per gli sfruttatori è così.
Dai dati diffusi da Bankitalia, a fine aprile il debito pubblico italiano ha superato la quota di 1750 miliardi di euro e mentre i salari e le pensioni (dati Istat) sono rimasti congelati con le retribuzioni ferme, assistiamo all’ennesimo paradosso. Le entrate tributarie nei primi mesi del 2009 sono diminuite del 3,8%, e le tasse pagate dai proletari, lavoratori e pensionati, a vantaggio dei ricchi, trattenute alla fonte non sono calate, anche se potrebbero precipitare prossimamente per il sempre maggior ricorso alla cassa integrazione, ai licenziamenti e al mancato rinnovo (dei paracaduti) per 1,6 milioni di lavoratori atipici.
Questi dati rappresentano il frutto del capitalismo reale auspicato e invocato dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, dal Governo e sostenuto dai “rappresentanti dei lavoratori” di CGIL-CISL-UIL-UGL.
Questo sistema descritto come il regno della libertà significa, per i proletari, sfruttamento, sottomissione della forza lavoro al capitale che si appropria della ricchezza da essi prodotta come un fatto normale.
Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è l’essenza del capitalismo, rispettosa dello stato di diritto e delle sue leggi.

Per lo stato dei padroni è legittimo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che avvenga quotidianamente la rapina del lavoro salariato da parte del capitale; è legale che ci sia la precarietà e la miseria.
Come in tutte le guerre, anche in quella fra capitale e lavoro salariato è normale, e sotto una certa soglia accettabile dal sistema, che ci siano morti, feriti, invalidi fra i lavoratori e che degli esseri umani siano sacrificati nelle fabbriche, nei cantieri, sui posti da lavoro in nome del profitto.
Il capitalismo “buono”, quello industriale, tanto auspicato nella crisi da tutti i borghesi e dai loro uomini nel movimento operaio, quello che licenzia e spaccia il risanamento delle industrie come “difesa dei posti di lavoro”, che spaccia come interesse di tutti la produttività, la competitività, il mercato e le “guerre umanitarie” per portare “democrazia” è lo stesso che nascondendosi dietro il velo di “civiltà e progresso” persegue i suoi interessi di parte, evidenziando la sua natura dispotica e sfruttatrice finalizzata alla ricerca del massimo profitto. Non si può più rinviare di mettere all’ordine del giorno il problema dell’organizzazione. O la classe operaia nella sua guerra quotidiana contro il capitale si da’ un’organizzazione di classe anticapitalista-antimpe-rialista indipendente cominciando la lotta per farla finita definitivamente con questo sistema sociale, combattendo per una società dove si produce per il soddisfacimento dei bisogni degli esseri umani e non per il profitto o continuerà a rimanere classe sottomessa che piange i suoi morti.

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