NOI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO

PRENDIAMO LA PAROLA

numero 6 16 dicembre 1998

Il 67,8% dei lavoratori comunali milanesi ha votato le "sue" RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie), scegliendo, all’interno delle 8 organizzazioni sindacali che si sono presentate alle elezioni, le 132 persone che dovrebbero rappresentarli. (Attenzione: non avevano diritto al voto gli oltre duemila lavoratori assunti con contratti a tempo determinato: in nome di chissà quale concetto di democrazia…).

COMUNE

DI MILANO

CGIL

UIL

SDB (Patto Fed. di Base)

CISL

RDB

SULPM (DICCAP)

SLAI COBAS

FNEL

voti %

35,4%

20,1%

18,8%

13,5%

7,2%

2,8%

1,6%

0,7%

n° eletti

47

27

25

18

9

3

2

1

A questo punto, il "parlamentino sindacale" delle RSU è legittimato ad aprire ufficialmente (sotto la "tutela" delle confederazioni sindacali, naturalmente!), le trattative sul "contratto decentrato" al comune di Milano: cioè si troverà anzitutto a dover trattare sul problema delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni: che è come dire sul problema degli "esuberi"…

Il Coordinamento dei Comitati di Lotta è riuscito a far eleggere nelle RSU alcuni suoi militanti, che si impegnano a rispondere solamente ai lavoratori che li hanno eletti e all’assemblea del Comitato di Lotta: non agli apparati sindacali.

Saranno i lavoratori in lotta, quelli più coscienti nella difesa del posto di lavoro e delle condizioni di vita, che determineranno la posizione che i delegati del Comitato di Lotta dovranno assumere all’interno delle RSU, nelle trattative con l’amministrazione.

Essi avranno il compito di informare i lavoratori su tutti i passaggi che l’amministrazione comunale e i diversi sindacati intendono fare, battendosi contro la privatizzazione e l’esternalizzazione del personale, sostenendo in tutti i modi possibili la parola d’ordine che nessun posto di lavoro deve essere perso.

cosa ci sta dietro alle elezioni delle RSU?

4 MILA SINDACALISTI A TEMPO PIENO

MENTRE ALLE RSU RESTANO LE BRICIOLE !

In base a un accordo dello scorso agosto, dal 18 al 25 novembre ’98 si è votato in tutti i comparti del Pubblico Impiego (tranne che nella scuola) per l’elezione delle RSU.

In contemporanea a quell'accordo, è stato firmato un "contratto nazionale quadro" sui distacchi e i permessi sindacali che svela la reale portata "democratica" di queste elezioni. Eccovi qualche dato.

Il monte-ore dei permessi e dei distacchi a disposizione viene calcolato così: per ogni dipendente pubblico vengono messi a disposizione 81 minuti di permessi sindacali all’anno: 30 di questi saranno assegnati alle RSU e 51 ai "sindacati rappresentativi" (si tratta dei sindacati che raggiungeranno una rappresentatività minima del 5% a livello nazionale, facendo la media tra la percentuale dei voti nelle elezioni delle RSU e la percentuale delle deleghe sindacali).

Il totale di questi 51 minuti equivale a oltre 1400 "distacchi" a tempo pieno, che saranno proporzionalmente distribuiti appunto ai i sindacati "rappresentativi": cioè questi sindacati avranno a disposizione più di 1400 funzionari, oltre agli altri di cui già dispongono.

Non basta: il contratto quadro concede altri 2.600 distacchi circa, corrispondenti a quelli già messi a disposizione in passato.

E non è finita: vengono concesse altre 475 mila ore di permessi per partecipare alle riunioni degli organismi direttivi sindacali: che sarebbero equivalenti ad altri quasi 300 distacchi a tempo pieno.

Sommando il tutto, viene fuori un totale di 4.300 persone pagate dallo Stato e che i sindacati designeranno a piacimento, indipendentemente dalla volontà dei lavoratori che hanno votato alle elezioni delle RSU.

Insomma, mentre ai delegati RSU, gli unici eletti dai lavoratori, vengono riconosciute 1.468.974 ore di permessi sindacali, ai "funzionari" dei sindacati rappresentativi a livello nazionale viene riconosciuto un totale di 7.444.190 ore: "settemilioniquattrocento- quarantaquattromilacentonovanta" ore.

Conclusione: finora i sindacati hanno tenuto poco conto del parere dei lavoratori; ebbene, si può prevedere che nel prossimo futuro sarà ancora peggio... A meno che noi lavoratori facciamo sempre più testardamente sentire le nostre ragioni!

al comune di milano…

anche a proposito di refezione scolastica

PRIVATO È BELLO, MA SOLO PER I PADRONI

Questo è il titolo di un volantino del Comitato di Lotta che portava alcuni esempi di come il privato, seguendo la sola logica del profitto, oltre a far funzionare male i servizi, sia più dispendioso; oltre che drammatico per i lavoratori, che spesso pagano con la disoccupazione la cattiva gestione o le varie ristrutturazioni dei momenti di crisi.

Con l’aiuto di televisioni, radio e giornali, invece, vorrebbero farci credere che la privatizzazione dei servizi è garanzia di economicità e di efficienza. Ma è proprio la lettura un po’ attenta dei giornali di questi mesi che ci dimostra, per esempio, che l’efficienza del privato nella refezione scolastica è andata a quel paese in poche settimane. O forse non è mai esistita…

Il Giornale era evidentemente partito l’11 settembre ’98 con un entusiasmo fin troppo sospetto, facendo eco alle affermazioni categoriche dell’assessore Testori: "A parità di costi, il bambino avrà più qualità e maggior scelta di piatti".

 

 

 

 

 

Anche La Repubblica aveva espresso ottimismo, qualche giorno prima, ma con maggiore prudenza: "Mense in appalto, partenza soft. Soddisfatto l’assessore..." (4 settembre ‘98).

Un mese e mezzo dopo, esattamente il 19 ottobre, è proprio La Repubblica a fare la prima brusca frenata:

 

 

 

 

 

 

 

Il Giorno va giù molto pesante il 5 novembre:

 

 

 

 

Mentre Il Corriere della Sera lo stesso giorno si schiera dalla parte dei genitori delle elementari di via Stoppani, i primi che si sono organizzati contro questo dis-servizio mensa in appalto:

 

 

 

 

 

 

Bene: i genitori si sono svegliati e hanno dato una mossa persino ai giornalisti. Anche noi lavoratori comunali bisogna che ci svegliamo: non solo perché non vogliamo arrivare a leggere sui giornali di bambini intossicati o peggio; ma anche perché qui c’è pure in ballo il problema del posto di lavoro.

bufera in vista per i commessi

Queste sono notizie dell’ultimo momento, ancora da verificare, ma troppo preoccupanti per essere taciute.

Da fonti attendibili sembra che l’ammi-nistrazione comunale abbia deciso di non rinnovare più i contratti a tempo determinato dei Lavoratori Socialmente Utili e dei ruoli 553.

Se non abbiamo sbagliato i conti, si tratta di quasi seicento lavoratori a tempo parziale, che sarebbero lasciati senza lavoro dal 1° gennaio prossimo.

Nei lavori di pulizie finora assegnati a loro, verrebbero impiegati parte dei commessi attualmente a tempo pieno, con pesanti modifiche all’orario di lavoro: per loro, ci sarà dunque molto più da pulire, e spesso fino alle 8 di sera.

Se queste notizie si dimostreranno vere, sarà necessario tenerci pronti a reagire con decisione e con forza.

Magari per decidere, assieme ai diretti interessati, di impegnarsi in massa in una specie di assedio della sede di via Celestino IV.

…privatizzazioni crescono

AREA TECNICA

Dopo gli ausiliari, ora si parla degli operai

Il nuovo general manager degli impianti tecnologici, dott. Acerbo, ex dirigente della Standa, ha comunicato nella terza settimana di novembre ai dirigenti e ai tecnici di via Amari di voler procedere alla liquidazione della sede di via Amari (250 lavoratori) come prima tappa per esternalizzare tutta l’area tecnica.

A metà dicembre la conferma: l’amministrazione comunale ha deciso di costituire una società mista per gestire tutta l’attività di manutenzione, nella quale sarebbe presente con una quota del 51%. Sembrerebbe già deciso anche il nome: Global Milano.

La giunta Albertini e i suoi soci in affari della Confindustria stanno mettendo la logica del profitto al primo posto; non importa se a scapito dei servizi per i cittadini, oltre che dei posti di lavoro.

Il giorno 16 dicembre tutti i lavoratori dell’area tecnica scendono in piazza.

A tutti gli altri diciamo: nessuno si illuda di essere esonerato da questi guai: chi decide di sostenere attivamente i commessi e gli elettricisti nella difesa del loro posto di lavoro, sta difendendo anche il proprio posto di lavoro.

dal comitato di lotta

a tutti i lavoratori del Comune di Milano / agli eletti nelle RSU

NON ASPETTIAMO LE DECISIONI DI ALBERTINI !

Il comitato di lotta dei lavoratori comunali milanesi, riunitosi il 1° dicembre presso il Cral dell’AEM, presenti 7 neoeletti nelle RSU,

INVITA

tutti i lavoratori comunali a partecipare al presidio di Palazzo Marino durante la seduta del Consiglio comunale del giorno 14 dicembre alle ore 17.30

ESPRIME

il suo sostegno allo sciopero del 14 dicembre, indetto dai lavoratori delle biblioteche, e a quello del 16 dicembre, indetto dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali di tutta l’area tecnica

FA APPELLO

a tutti i lavoratori e agli eletti nelle RSU che non vogliono delegare più a nessuno la tutela del proprio posto di lavoro e del proprio futuro

a confrontarsi per stabilire insieme strategie e forme di lotta adeguate. Per questo è stato programmato un nuovo incontro il giorno 12 gennaio alle ore 16.45, presso il CIPEC (via Festa del Perdono 6)

SI IMPEGNA A

continuare ad operare per superare la frantumazione e le divisioni delle lotte nei singoli settori, battendosi fin da ora per preparare un’assemblea generale di tutti i lavoratori che organizzi uno sciopero generale contro privatizzazioni ed esternalizzazioni

INVIA AI LAVORATORI DELLA POSTALMARKET

la seguente mozione di solidarietà:

Il comitato di lotta del Comune di Milano, composto da lavoratori e delegati RSU in lotta contro le privatizzazioni che mettono in pericolo alcune migliaia di posti di lavoro, esprimono la propria solidarietà militante ai lavoratori della Postalmarket in lotta contro i licenziamenti.

In quanto lavoratori, siamo tutti dalla stessa parte.

La vostra lotta è la nostra.

NESSUN POSTO DI LAVORO DEVE ESSERE PERSO!

Il Coordinamento dei Comitati di Lotta

ultime notizie da via Amari: UNA PRECETTAZIONE DI TROPPO

L’assemblea dei lavoratori di via Amari, presenti tutte le organizzazioni sindacali aveva indetto per lunedì 14 dicembre lo sciopero degli straordinari, in concomitanza con la seduta del consiglio comunale. E difatti, tutti i lavoratori il 14 dicembre hanno confermato ai loro responsabili la propria adesione allo sciopero degli straordinari, mettendo così in discussione la seduta del consiglio comunale.

Ma nel pomeriggio un ordine di servizio firmato dal direttore centrale tecnico, ing. Antonio Acerbo, ha disposto che "il personale indispensabile al corretto funzionamento del consiglio comunale sia presente a Palazzo Marino…". Una precettazione, insomma; che però i lavoratori (e con loro alcune organizzazioni sindacali) hanno giudicato gravemente antisindacale. E come tale hanno deciso di denunciarla anche alla pretura del lavoro.

UN CONTRATTO DA DUE SOLDI

Come regalo di Natale è probabile che ci propineranno il nuovo contratto, di cui abbiamo potuto conoscere una "preintesa" alla vigilia dell’elezione delle RSU: quanto basta per dire che è una vergogna.

Qui ci limitiamo a riprodurre un commento sulla parte economica, stralciandolo da un volantino dell’RdB.

Nessun arretrato dal 1° gennaio al 31 ottibre ’98: ancora una volta Cgil, Cisl, Uil e falsi autonomi [si tratta di Sulpm, Cisal e Ugl - questi ultimi sono la nuova sigla degli ex-sindacati fascisti] cancellano dieci mesi di aumenti che dovevano entrare in vigore dal 1° gennaio.

I giornali parlano di aumenti medi di 90 mila lire lorde al mese. In realtà gli aumenti netti per il ’98 per quarti e quinti livelli sono di 6.460 lire (sì, avete letto bene: seimilaquattrocentosessanta lire mensili!). Per gli ottavi livelli si arriva a quota 7.470.

Per il ’99 gli aumenti netti di quarti e quinti livelli saranno di 40.440 lire (per gli ottavi livelli si sale a 46.490 lire).

Ma non basta: da marzo ’99 le indennità (turno, disagio, reperibilità, vigilanza, ecc.) non saranno più garantite ai lavoratori che ne hanno diritto. Con i soldi della produttività verranno finanziate le progressioni economiche e le retribuzioni di posizione e risultato fino a 30 milioni di lire, ma solo per una piccola parte dell’area direttiva (settimi e ottavi livelli).

Lasciamo giudicare a voi...

 

 

(Del nuovo contratto e del nuovo ordinamento professionale tratterà il prossimo numero, che uscirà entro il prossimo gennaio).

Albertini voleva licenziare Barbato

grazie a un decreto fascista …del 1994!

Antonio Barbato è stato reintegrato in tempo dal pretore; proprio in questi giorni il suo reintegro dovrebbe essere confermato con una sentenza di merito.

Certo che per la giunta Albertini questo tentato licenziamento è stato un bel boomerang: Barbato ha preso oltre 500 preferenze all’elezione delle RSU, e ha portato il suo sindacato a tallonare la Uil, superando la Cisl.

Quello che è capitato a Barbato, comunque, ci preoccupa, perché potrebbe succedere ancora a qualunque altro lavoratore che osi criticare ad alta voce la giunta comunale.

Questo perché esiste un decreto ministeriale del ’94, che noi non esitiamo a definire fascista, anche se è stato pubblicato 50 anni dopo la fine di quell’era ingloriosa.

Si tratta del "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni": è stato firmato dall’allora ministro della Funzione Pubblica Cassese; e ci meraviglia proprio che nessuno finora l’abbia rimesso in discussione. Ne riproduciamo le due frasi più pericolose:

"Nella vita sociale, il dipendente si impegna a evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione" (art2, comma 8).

"Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’amministrazione" (art.11, comma 2).

Bene: che venga a Milano il nuovo ministro della Funzione Pubblica a spiegarci come si fa a tutelare i diritti sindacali e dei cittadini senza danneggiare l’immagine dell’amministrazione Albertini…

Ma che nessuno mai dei sindacalisti che contano, dal 31 marzo ’94 ad oggi sia intervenuto per dire che frasi come quelle citate qua sopra sono robe da fascismo… be’, questo ci sorprende proprio!

Niente paura: la vertenza per le mansioni superiori svolte sta marciando. Ne riparleremo presto.

Finora vi hanno aderito oltre cento lavoratori. Se qualcun altro volesse farsi avanti, è ancora in tempo.

Vieni anche tu alla prossima assemblea allargata del COORDINAMENTO DEI COMITATI DI LOTTA.

MARTEDÌ 12 GENNAIO / ORE 16.45

CI TROVIAMO AL CIPEC, VIA FESTA DEL PERDONO 6 (non più al CRAEM, via della Signora 8).

Prendete nota: il coordinamento dei comitati di lotta dei lavoratori del comune di Milano si riunisce di norma (tranne nel periodo delle feste) ogni martedì alle ore 17 presso il CIPEC (via Festa del Perdono 6). Tutti sono invitati.

Il collettivo "prendiamo la parola" si riunisce ogni lunedì alle ore 21 a Sesto S. Giovanni, presso il Centro di Iniziativa Proletaria in via Magenta 88 (in fianco all'ospedale). Tutti sono invitati.

(collettivo "Prendiamo la Parola" / f.i.p.)