Il ddl governativo per impedire la libertà di sciopero non è solo un ulteriore tassello di una controriforma autoritaria delle libertà sindacali e politiche da tempo in corso, ma un vero e proprio atto di guerra preventiva contro tutti i lavoratori. Il governo e la borghesia, per uscire dalla crisi nell'unico modo concepibile per i capitalisti, ossia peggiorando e precarizzando le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, giocano d'anticipo e, con questo ddl antisciopero, mettono in campo le misure repressive per impedire proteste e mobilitazioni dei lavoratori, cercare di bloccare sul nascere la possibilità di un'opposizione sociale alla crisi capitalista e ai suoi prossimi effetti (licenziamenti, mobilità, Cig, precarietà). L'Italia è il paese europeo dove già oggi scioperare è più difficile e complesso, innanzitutto nel settore dei trasporti. I governi di centro destra e centro sinistra, col concorso dei sindacati confederali, negli anni scorsi hanno messo in piedi un meccanismo di leggi e accordi che ha pesantemente limitato la possibilità di scioperare. Tra commissioni di raffreddamento, tempi di proclamazione, lunghissimi periodi di franchigia, intervalli tra uno sciopero e l'altro, ecc. l'esercizio del diritto di sciopero da tempo è stato reso assai "virtuale", subordinato a lunghi preavvisi e a una serie ripetuta di rinvii da parte della Commissione di Garanzia sullo sciopero. In Italia da tempo non esiste una realtà di scioperi selvaggi e continuati come vorrebbero far credere i media compiacenti che spalleggiano la campagna antiproletaria del governo e dei padroni. Oggi l'ulteriore, drastica, dittatoriale, riduzione del diritto di sciopero nei trasporti è il primo passo. Dai trasporti si estenderà all'intero settore pubblico, da questo a tutto il privato. Per questo il ddl governativo è contro tutti i lavoratori e l'opposizione contro questo decreto è un problema e una necessità di tutti i lavoratori. Con lo sciopero vengono attaccate anche tutte le forme di lotta dei lavoratori (blocchi stradali, manifestazioni, assemblee, ...), si gettano le basi per vietare qualunque iniziativa non sia strettamente gestita e controllata da "sindacati di comodo" che condividano gli obiettivi economico sociali dei padroni stessi e che, quindi, si guardino bene dal favorire e sostenere qualsiasi iniziativa di reale difesa degli interessi dei proletari.