Il Manifesto, 23 Settembre 2000
Onu: regali "agli amici"
A. GH.

La Commissione per i risarcimenti (Uncc) "non ha compiuto un lavoro supplementare per valutare l'impatto finanziario degli errori rilevati. Tenuto conto del possibile impatto sul livello dei risarcimenti" noi "ritemiamo che la commissione dovrebbe fissare regole più stringenti in rapporto agli errori che hanno conseguenze sul livello degli indennizzi". (1)
Traduzione del gergo Onu: gli indennizzati hanno ottenuto più di quanto gli spettasse e la Commissione non se ne preoccupa...Questa è la conclusione di un rapporto di revisione dei conti sull'Uncc, ordinato dalle Nazioni unite e redatto sotto la guida del britannico David Woodward (1). Pubblicato nel 1998.
Il rapporto tottolinea che molti dati utilizzati dall'Uncc provenivano dai governi nazionali, incaricati di raccogliere le denunce. Governi che avevano tutto l'interesse a "maggiorare" le richieste, poiché potevano prelevare fino all'1,5% delle somme ricevute (3% per le categorie D , E ed F). Cosa che molti non hanno mancato di fare. I redattori notano, d'altra parte, che le domande per le categorie A e C (vedere il box nella pagina) "non richiedevano di fornire i nomi e i numeri di identificazione di ciascun membro di ogni famiglia che depositava una domanda (...) La Commissione non era dunque in grado di scoprire le situazioni nelle quali due parenti avevano presentato una domanda per il medesimo danno".
I redattori del rapporto scoprivano poi che "in generale assai scarsa era la qualità delle prove sottoposte dai richiedenti della categoria A". Tradotto, significa che mancavano spesso documenti e certificati che stabilissero il diritto al rimborso.
Ciò non ha impedito ai querelanti di essere indennizzati. Più grave ancora, i dati statistici per le domande della categoria C rivelavano che il 43% "delle domande di un governo nazionale contenevano almeno una discrepanza tra i dati della querela e i dati immessi nel computer".
Un punto su cui il rapporto tace: la società indiana Datamatics, incaricata di selezionare alcuni dati, si era impegnata a rispettare un margine di "non errore" del 99,98%. Malgrado il suo evidente fallimento, è stata confermata nel suo lavoro, con una sola raccomandazione: fare in modo che i pagamenti venissero aumentati. Qualunque istituzione, sottoposta a queste critiche - delle quali viene da pensare che siano state edulcorate per permetterne la pubblicazione -avrebbe fatto rotolare qualche testa. Ma i responsabili delle Nazioni unite leggono ancora i rapporti che commissionano?

(1) Financial report and audited financial statements for the biennium ended 31 December 1997 and Report of the Board of Auditors, General Assembly, Official Records, 53esima sessione, Supplemento N. 5 (A/53/5) Nazioni unite, New York, 1998, pp.44-51.

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